Parigi è vicina……parte 2

La seconda parte dell’articolo sulle qualificazioni olimpiche.La prima parte l’ho pubblicata il 9 aprile scorso.

<Ha dovuto faticare un po’ di più la sciabola, ma sia il gruppo femminile che quello maschile hanno dimostrato unità e compattezza per uscire con la barra dritta anche dalle situazione di acque decisamente agitate. Sembrava tranquilla la navigazione della squadra femminile (Michela Battiston, Martina Criscio, Chiara Mormile, Irene Vecchi con la partecipazione di Rossella Gregorio ed Eloisa Passaro), con tanto di argento Europeo conquistato a Cracovia a rafforzare premesse e promesse di un sereno approdo alla meta. Poi però il mare si è agitato e le onde alte elevatesi fra Milano e Algeri hanno rischiato di far smarrire la rotta. Nel momento più difficile, però, ecco la svolta: il lungo lavoro in ritiro fra Tirrenia e New York per preparare al meglio il delicato trittico finale di gare e dividendi raccolti a piene mani. Secondo posto a Lima, quarto posto ad Atene, e un ottavo posto a Sint Niklaas che per una volta si può e si deve accogliere con un sorriso perché basta e avanza per coronare con la gioia più grande la lunga rincorsa al biglietto Olimpico. Hanno dovuto lottare a ogni gara i ragazzi, frenati da acciacchi e infortuni prima ancora che dagli avversari. L’esperienza di Luigi Samele e Luca Curatoli unita al talento dei giovani emergenti Michele Gallo e Pietro Torre. Ma anche la collaborazione di Matteo Neri, il cui sogno Olimpico si è bruscamente e drammaticamente interrotto a Torun nell’ennesimo dazio pagato dagli Azzurri alla sfiga, ed Enrico Berrè, alla ricerca della miglior forma post infortunio e il cui contributo è stato spesso decisivo.Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, malgrado l’ora vissuta sull’orlo del baratro prima della festa esplosa al momento della sconfitta in semifinale della Germania contro la Corea.>

……continua……

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Gare in corso…..adesso!!!

Dal 26 al 28 aprile…….
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Pre-iscrizioni…….fra poco…….

🤺 ATTENZIONE🤺 ….. !

Verso la seconda metà di maggio riaprirò le pre-iscrizioni al nuovo corso di scherma, in Catanzaro, per l’anno sportivo 2024/2025……STATE ALL’ERTA……..

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Arianna è la portabandiera alle prossime Olimpiadi!

Dalla pagina facebook della Federazione Italiana Scherma.

“Con enorme piacere ed orgoglio annunciamo che Arianna Errigo sarà con Gianmarco Tamberi portabandiera dell’Italia ai Giochi Olimpici Estivi di Parigi 2024 💚🤍❤️”


Ph. Bizzi Team

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La Fiamma Olimpica è stata accesa ieri ad Atene!

Una emozione grande per ogni sportivo “puro”!…

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Le gare in Calabria, aprile 2024

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Parigi è vicina……parte 1

Si avvicinano le Olimpiadi,che quest’anno si disputeranno nella vicina Parigi….Ma bisogna qualificarsi per accedervi ed essere i rappresentati dell’Italia nella scherma……Dunque sono si sono già disputate le gare di qualificazione e l’Italia si è comportata benissimo….I nostri atleti,uomini e donne, sia del fioretto che della spada che della sciabola,hanno tutti staccato il pass per l’importante evento….. Dal sito pianetascherma.com il resoconto in un articolo pubblicato il 25 marzo scorso,a cura di Alessandro Gennari,che io ho diviso in tre post (questo è il primo)per comodità di lettura…..

E voi,ci sarete davanti alla tv,a tifare per i nostri schermitori e schermitrici alle Olimpiadi????

<Gli ultimi a mettere il timbro sul biglietto direzione Parigi sono stati gli sciabolatori sulle pedane di Budapest. La gioia meritata al termine di un cammino che è stato tutt’altro che agevole per i ragazzi di Nicola Zanotti. E la certificazione ufficiale che, come tre anni fa a Tokyo, anche la prossima estate a Parigi l’Italia sarà in gara in tutte e sei le prove a squadre ( ndr : fioretto,spada e sciabola femminile e fioretto,spada e sciabola maschile) e potrà avere il massimo contingente possibile per le gare individuali. Il primo obiettivo, quello posto come minimo all’alba del percorso verso il Grand Palais è stato dunque messo in ghiaccio. Non solo: fermo restando che a luglio sarà una storia a sé stante per l’unicità e il conseguente carico emotivo che un’Olimpiade porta a corollario, le indicazioni che i rispettivi ct hanno tratto dai loro atleti nel corso di questo anno di finestra qualificativa rendono lecito sognare in grande.

Ma come ha costruito l’Italia il suo percorso di qualificazione? Partiamo dal fioretto, seguendo un ordine rigorosamente alfabetico che pone il settore di responsabilità di Stefano Cerioni al primo posto della nostra analisi. Per le ragazze (Arianna Errigo, Martina Favaretto, Francesca Palumbo, Alice Volpi, ma non va dimenticata Martina Batini in quartetto fino al ritorno post parto proprio di Errigo) parlano i risultati: su sette gare valide per la road to Paris, sono arrivate tre vittorie – fra cui il doppio oro fra Europei e Mondiali – e quattro secondi posti. Se non perfette, poco ci manca. Se l’assenza della Russia resta elemento imprescindibile di cui è impossibile non tenere conto, resta una dimostrazione di forza senza pari. Non dissimile è stato il cammino del quartetto maschile (Alessio Foconi, Daniele Garozzo, Filippo Macchi, Tommaso Marini). Il quinto posto del Mondiale è forse l’unica stonata di un percorso per il resto entusiasmante. Più per il morale e per la mancata possibilità di festeggiare qualcosa di bello in casa che non per l’effettivo peso specifico del risultato in sé, dal momento che a controbilanciare perfettamente il tutto sono arrivate tre vittorie fra cui l’oro Europeo e due secondi posti.>

….continua……

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Le gare in Calabria- aprile 2024

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Buona Pasqua 2024 a tutti!

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Lettere e insegnamenti di vita

Navigando in internet,approdo alla pagina facebook del Club Scherma Napoli,e leggo di uno schermitore del club,per l’esattezza uno sciabolatore(ma la specificità dell’arma è irrilevante…),che ha concluso la sua carriera agonistica e che, lasciando la sala/palestra per i suoi impegni universitari, dedica una bella <lettera> a tutti i compagni di sala. Una lettera che parla di scherma ma che,in realà,parla della vita di un adolescente che diventa uomo e di uno sport che lo aiuta a diventare tale . La lettera è stata pubblicata dal Club giorno 11 novembre 2023. Ve la giro. Buona lettura!

<Giuseppe, 21 anni, ex sciabolatore, aspirante ingegnere, scrive ai suoi vecchi compagni di sala:
“Madò, già sono passati 7 anni…
Mi ricordo ancora l’ultimo respiro, quello preso prima di entrare in quella “gabbia”. Iniziai a contare: 3… 2… 1… Abbassai quell’oggetto ed ero dentro. Sai, era la prima volta che tiravo su una pedana della finale. Mi girai e incrociai lo sguardo di papà che era lì, in prima fila. Sai, papà non è un tipo che manifesta le proprie emozioni, ma sapevo che ad ogni punto che avrei fatto avrebbe esultato dicendo “dai, sì, ancora uno!”. Ad ogni punto, per lui, già avevo vinto, anche se molte volte non è stato così.
Sai, sono passati 7 anni, sette anni in cui ho imparato che le sconfitte prima o poi arrivano e arriveranno. Bisogna essere pronti a dire: “Dai, ancora uno!”. Questo mi ha insegnato la scherma. Mi ha insegnato che, nonostante le sconfitte, bisogna dirsi “ancora uno, e poi ancora un altro e un altro ancora, finché non arrivi all’obiettivo”.
Ed è così la vita: è fatta di colpi, a volte li si parano, ma altre volte, la maggior parte delle volte, si è costretti a prenderli. E a volte arrivano come vere e proprie frustate. E chi fa questo sport sa benissimo che quello è il minimo dei dolori. Perché lì dentro, dentro quella che per me era una “gabbia”, ci sono i tuoi pensieri, che in una manciata di secondi ti seppelliscono. Arrivano in centinaia, migliaia, e tu devi reagire ad ognuno di essi. Devi esattamente annientarli, uno dopo l’altro. E non hai il tempo di pensare, devi agire. Ma non puoi farlo d’istinto, devi rispondere, ma non puoi pensare di farlo solo attaccando. Devi capire che a volte si vince in difesa, che si è in grado di colpire anche dal fondo.
C’era un mio amico che stimo tantissimo, che era sempre lì, con un piede dentro e uno fuori. Quel millimetro, perché sì, a volte era questione di millimetri, non l’avrebbe mollato nemmeno se gli avessero tirata una di quelle frustate che nemmeno una parata poteva fermarla. Lui inventava, inventava dal niente, e creava quel punto sul cui nessuno ci avrebbe scommesso.
Ed è così la vita: a volte ci porta in fondo, ma non significa che non possiamo colpire. Anzi, proprio quelli saranno i colpi migliori. E bisogna essere veloci, bisogna crederci. E sì, magari qualche volta non ci ho creduto abbastanza. Ma bisogna credere e poi credere ancora e ancora, perché finché non ti diranno che sei pazzo, allora non c’è sfizio.
Sette anni, sette lunghi anni, li potrei definire eterni, infiniti. Sette anni in cui si cambia, si cresce, si matura. Ricordo le emozioni, che oggi si sono tramutate in esperienze che mi porto dentro come trofei. E ricordo il piccolo Peppe che alla prima gara aveva una gran voglia di scappare. E adesso che è pronto a divorarsi il mondo.
Questo ti insegna la scherma: a divorare con razionalità, con rispetto, con eleganza, tutti gli obiettivi della vita. E questo è quello che mi porto. La gran voglia di riscatto, di mettersi in gioco senza mai mollare. E senza mai mollare, rivoluzionare. Perché la vita o la rivoluzioni o ti rivoluziona.
Ed era proprio 7 anni fa che era iniziata una guerra, la mia guerra. E la vincerò.” >

 

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