La seconda parte dell’articolo sulle qualificazioni olimpiche.La prima parte l’ho pubblicata il 9 aprile scorso.
<Ha dovuto faticare un po’ di più la sciabola, ma sia il gruppo femminile che quello maschile hanno dimostrato unità e compattezza per uscire con la barra dritta anche dalle situazione di acque decisamente agitate. Sembrava tranquilla la navigazione della squadra femminile (Michela Battiston, Martina Criscio, Chiara Mormile, Irene Vecchi con la partecipazione di Rossella Gregorio ed Eloisa Passaro), con tanto di argento Europeo conquistato a Cracovia a rafforzare premesse e promesse di un sereno approdo alla meta. Poi però il mare si è agitato e le onde alte elevatesi fra Milano e Algeri hanno rischiato di far smarrire la rotta. Nel momento più difficile, però, ecco la svolta: il lungo lavoro in ritiro fra Tirrenia e New York per preparare al meglio il delicato trittico finale di gare e dividendi raccolti a piene mani. Secondo posto a Lima, quarto posto ad Atene, e un ottavo posto a Sint Niklaas che per una volta si può e si deve accogliere con un sorriso perché basta e avanza per coronare con la gioia più grande la lunga rincorsa al biglietto Olimpico. Hanno dovuto lottare a ogni gara i ragazzi, frenati da acciacchi e infortuni prima ancora che dagli avversari. L’esperienza di Luigi Samele e Luca Curatoli unita al talento dei giovani emergenti Michele Gallo e Pietro Torre. Ma anche la collaborazione di Matteo Neri, il cui sogno Olimpico si è bruscamente e drammaticamente interrotto a Torun nell’ennesimo dazio pagato dagli Azzurri alla sfiga, ed Enrico Berrè, alla ricerca della miglior forma post infortunio e il cui contributo è stato spesso decisivo.Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, malgrado l’ora vissuta sull’orlo del baratro prima della festa esplosa al momento della sconfitta in semifinale della Germania contro la Corea.>
……continua……